Istat: la fiducia dei consumatori inverte rotta. Un dato annunciato, sui cui pesa la mancata discesa dei prezzi. Necessario trovare le risorse per aiutare le famiglie con misure strutturali.

Da tempo invitavamo alla cautela sui dati relativi alla fiducia dei consumatori: dopo l’entusiasmo iniziale dato dai primi cali del costo dell’energia, una volta visto che i costi di beni e servizi non sono affatto diminuiti ma son rimasti invariati, su livelli altissimi, l’ottimismo è svanito ed è scattato, purtroppo, un clima di generale sconforto.

Un andamento prevedibile, in un certo senso annunciato, a cui solo il Governo e le aziende possono rispondere con operazioni di ribasso dei prezzi e sanzioni a chi non effettua i dovuti adeguamenti.

A tal proposito, si è tenuta ieri la commissione di allerta prezzi di cui Federconsumatori fa parte, insieme ad Adoc e Assoutenti in rappresentanza delle Associazioni dei Consumatori riconosciute dal CNCU: in tale occasione ha avuto luogo una discussione, in cui le aziende accampavano le scuse e le motivazioni più svariate per giustificare il susseguirsi di aumenti a nostro avviso inammissibili.

Riteniamo sia giunto il momento di porre fine a questa situazione, per questo Federconsumatori ha proposto la realizzazione di Osservatori Territoriali presso le Prefetture, con la partecipazione delle Associazioni dei Consumatori riconosciute. Questi condurranno delle serie e dettagliate azioni di monitoraggio sui prezzi di un paniere di beni, con un apposito applicativo, che dovranno condurre, in presenza di scorrettezze o fenomeni poco chiari, ad un tempestivo intervento sanzionatorio da parte di Mr Prezzi e delle Autorità preposte.

I rincari, per le famiglie, continuano infatti ad avere ripercussioni insostenibili: secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con l’inflazione attuale, ammontano a 2.443,60 euro annui a famiglia. Aumenti che non hanno lo stesso impatto per tutti: pesano molto di più per le famiglie meno abbienti.

Queste ultime, ma non solo, sono ancora costrette a mettere in atto rinunce e sacrifici: secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); ad effettuare acquisti presso i discount (+11,9%).

Questa dinamica accresce le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese: per questo si rende sempre più urgente che il Governo affronti questa emergenza con misure in grado di aiutare e sostenere in maniera strutturale e duratura le famiglie, specialmente quelle con minore possibilità di spesa. Si possono trovare i fondi per mettere in atto tali interventi attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, nonché disponendo un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.

Turismo: Fabilia. Federconsumatori, oltre ad assistere i turisti coinvolti, sollecita il Ministero del Turismo ad adottare misure per garantire servizi di qualità a chi visita il nostro Paese.

Sta diventando sempre più grave e allarmante il caso Fabilia: il primo vero “scandalo” turistico dell’estate 2023.

A seguito della comunicazione delle scorse settimane circa l’intenzione di presentare istanza di liquidazione giudiziale, poco, o nulla, è cambiato. I cittadini continuano a non vedere nemmeno l’ombra di un rimborso, né un accenno di risposta alle tante contestazioni, reclami e richieste di chiarimento che rivolgono alla società, che organizzava soggiorni in hotel ubicati soprattutto sulla riviera romagnola.

Unica, piccola, consolazione è che sul sito della compagnia non è più possibile accedere né effettuare prenotazioni. Di Fabilia, però non c’è più traccia né sui social né via telefono, tanto che i cittadini non sanno a chi rivolgersi e ci scrivono in molti allarmati.

I casi sono tanti e di vario tipo: da chi lamenta un mancato riscontro; a chi ha dato una cospicua caparra o addirittura ha pagato tutto in anticipo in cambio di uno sconto sul prezzo finale e ora non sa come recuperare quanto versato; a chi viene contattato per spostare il soggiorno in altra località pena la perdita dell’anticipo pagato; a chi, ancora, viene contattato da un’altra catena di hotel che telefonicamente afferma di essere subentrata a Fabilia e propone nuovi listini molto più elevati dei precedenti.

Ma il fattore che accomuna tutte le segnalazioni è la forte preoccupazione delle famiglie, che in mancanza di un riscontro e del rimborso dovranno rinunciare alle vacanze; scrive in tal senso un cittadino: “Ho appreso dal vostro sito della crisi di Fabilia, poco prima di partire. Siamo una famiglia numerose e quest’anno abbiamo fatto molta fatica a concederci una vacanza di due settimane a giugno. Se perdiamo la caparra perdiamo anche la possibilità di fare le vacanze.”

Di fronte ad una situazione tanto confusa cerchiamo di fare chiarezza con alcuni brevi consigli per gli utenti coinvolti:

  1. Qualsiasi comunicazione, reclamo, contestazione, richiesta o risoluzione del contratto rivolta alla società deve essere effettuata via pec al fabiliajesolo@legalmail.it e non telefonicamente;
  2. Non accordarsi telefonicamente con società che affermano di aver rilevato le prenotazioni, qualsiasi tipo di comunicazione in questo senso deve avvenire in forma scritta;
  3. Rivolgersi per informazioni, assistenza e consulenza alle sedi della Federconsumatori presenti in tutta Italia o allo sportello SOS Turista che risponde (da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 13.30) al numero 059.251108 o all’indirizzo mail info@sosvacanze.it.

Federconsumatori solleciterà anche un intervento del Ministro del Turismo, per chiedere maggiori garanzie sulla qualità dei servizi estivi, sulla loro correttezza e affidabilità, oltre che per richiedere maggiori protezioni per i turisti coinvolti: a nulla vale promuovere il turismo in Italia con mirabolanti campagne se poi non siamo in grado di assicurare tutele ai visitatori e servizi all’altezza di una domanda turistica sempre più esigente.

Inflazione: il tasso ad aprile rivisto lievemente al ribasso. Ricadute comunque pesanti per le famiglie, di circa 2.443,60 euro annui. Necessario trovare le risorse per aiutare le famiglie con misure strutturali.

L’Istat rivede leggermente al ribasso il tasso di inflazione: che si attesta al +8,2%, rispetto al +8,3% della stima preliminare. L’Istituto di statistica annuncia, però, che “la fase di rientro dell’inflazione si interrompe, principalmente a causa di una nuova accelerazione della dinamica tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati” (che passano da +18,9% al +26,6%). Un dato che non fa altro che confermare le dinamiche già rilevate sui mercati dell’energia, alimentando preoccupazione per i mesi a venire.

Questo andamento conferma quello che, da tempo, sottolineiamo: la necessità di mantenere obiettività e cautela, invitando a non cantar vittoria e ad allentare gli aiuti alle famiglie ad ogni minimo accenno di ribasso.

È importante evidenziare, infatti, come, con l’inflazione a questi livelli, le ricadute per le famiglie rimangano estremamente onerose: secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori pari a 2.443,60 euro annui a famiglia. Aumenti che non hanno lo stesso impatto per tutti: pesano molto di più per le famiglie meno abbienti.

Queste ultime, ma non solo, sono ancora costrette a mettere in atto rinunce e sacrifici: secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); ad effettuare acquisti presso i discount (+11,9%).

Questa dinamica accresce le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese: per questo si rende sempre più urgente che il Governo affronti questa emergenza con misure in grado di aiutare e sostenere in maniera strutturale e duratura le famiglie. Il taglio del cuneo fiscale va in questa direzione, ma sarebbe necessario, appunto, renderlo strutturale: limitare l’intervento a solo 5 mesi è insufficiente e rappresenta l’ennesima misura spot, per questo è fondamentale infondere maggiori sforzi nella ricerca di fondi per mantenere tale misura anche nel 2024.

Ci permettiamo di suggerire che le risorse necessarie per tali operazioni possono e devono essere reperite attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, disponendo anche un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.

Liste di attesa in sanità, come tutelare il proprio diritto alla salute. Informazioni essenziali a tutela dei diritti del cittadino previsti nel Piano Regionale Governo liste di attesa.

La sospensione dell’attività sanitaria extra covid ha accumulato ritardi e accresciuto il bisogno di salute, creando una straordinaria e ancora più pressante richiesta da parte dei cittadini.

Ancora oggi permane una forte differenza tra le prestazioni richieste (visite specialistiche e analisi diagnostiche) e le prenotazioni che si riesce ad effettuare. Le maggiori difficoltà si riscontrano per le visite dermatologiche, otorinolaringoiatra e urologia, ma anche cardiologia, oculistica e ortopedia. Analoga situazione si riscontra per quanto riguarda l’attività chirurgica.

Crescono quindi le difficoltà, il malessere dei cittadini che non riescono a trovare una adeguata risposta al loro bisogno di salute.

Il piano regionale di governo sulle liste di attesa, varato dalla Giunta regionale toscana, prevede specifiche procedure informative per i cittadini che hanno necessità di prenotare visite specialistiche e diagnostiche.

  • Attenzione alla ricetta. In essa devono essere espressamente indicate la priorità, cioè i tempi entro cui va eseguita la prescrizione, il quesito diagnostico e che si tratta di primo accesso.

Tutte le visite e analisi diagnostiche connesse alle visite di controllo devono essere programmate e prenotate, con un percorso dedicato, dallo specialista o dal centro che ha in cura il paziente.

Se sulla richiesta non è indicato il codice di priorità, le prestazioni devono comunque essere garantite entro i tempo previsti dalla priorità D (15 /30 giorni per le visite e 30/60 giorni per gli esami diagnostici).

  • Ambito di garanzia: alcune prestazioni devono di norma essere erogate in ambito distrettuale, altre in ambito provinciale (vecchie ASL), alcune in ambito aziendale /area vasta.

  • Non ci devono essere liste chiuse. In caso di difficoltà la USL è impegnata a trovare e proporre delle soluzioni che consentano l’erogazione in tempi accettabili e coerenti con le esigenze del quesito diagnostico.

  • E’ istituito il numero verde regionale 800556060 per segnalare difficoltà e chiedere assistenza. Gli operatori prenderanno in carico la segnalazione. Occorre però essere in possesso di una prenotazione anche se non soddisfacente. Il numero verde non è un canale di prenotazione, ma uno strumento di garanzia del cittadino.

  • Nessuno deve essere lasciato solo. La USL è impegnata a trovare e proporre delle soluzioni che consentano l’ erogazione della prestazione nel più breve tempo possibile. Dopo la fase pandemica abbiamo sollecitato fortemente il pieno rispetto di questa garanzia a partire dalle quelle prestazioni con priorità breve. Le ultime delibere regionali ribadiscono questa tutela e chiedono alle aziende sanitarie di adeguarsi .

Le liste di attesa rappresentano una spia delle difficoltà del nostro servizio sanitario, ma non si può scaricare la responsabilità tutta sulle Regioni.

E’ urgente dare una risposta all’accresciuta richiesta di prestazioni sanitarie e per l’abbattimento delle liste di attesa. .Per far ciò occorre anche aumentare le risorse finanziarie a livello nazionale e creare le condizioni per sopperire alla mancanza di personale soprattutto in quei settori specialistici, come dimostrano le liste d’attesa, che mostrano forti criticità.

Se hai avuto difficoltà nella prenotare una visita o ritieni di aver subito un disservizio scrivici all’indirizzo fct.sanita@federconsumatoritoscana.it o telefonaci al n. 055217195

Turismo: la società Fabilia Group comunica la volontà di presentare istanza di liquidazione giudiziale. Federconsumatori a disposizione dei cittadini per informazioni e assistenza.

Nei giorni scorsi la Federconsumatori aveva messo in allerta i consumatori che avevano prenotato o avevano intenzione di prenotare una vacanza con la società Fabilia Group SpA, catena specializzata nelle vacanze esclusive per famiglie con bambini. La società, infatti, ha sospeso l’attività annullando le prenotazioni, ma non ha provveduto a rimborsare gli utenti.

Come comunicato dalla società in seguito all’Assemblea ordinaria, il Presidente ha informato i partecipanti che nei prossimi giorni presenterà istanza di liquidazione giudiziale della società Fabilia Group.

In considerazione di ciò, la Federconsumatori raccomanda gli utenti di non effettuare alcuna prenotazione con la società, sebbene sul sito sia ancora possibile. Anzi, in tal senso, vista la situazione, sollecitiamo la società a sospendere immediatamente l’attività di prenotazione.

Ai consumatori che hanno già effettuato la prenotazione di un soggiorno e che non sono ancora partiti consigliamo di inviare una richiesta di informazioni, tramite raccomandata A/R o tramite Pec su indirizzo Pec dell’azienda, per avere conferma della possibilità di usufruire dei servizi, chiedendo già, in caso di diniego, il rimborso della somma pagata. Gli utenti che invece hanno già effettuato il pagamento senza tuttavia aver svolto il soggiorno possono trasmettere la richiesta di rimborso secondo le modalità previste per legge: tramite raccomandata con ricevuta di ritorno alla sede legale della società (Fabilia Group, Via VI Traversa Pineta 16 – 48015 – Cervia – RA) o tramite PEC all’indirizzo di posta certificata dell’azienda fabiliajesolo@legalmail.it.

Per informazioni e assistenza, invitiamo intanto i cittadini coinvolti a rivolgersi alle sedi Federconsumatori presenti su tutto il territorio nazionale, oppure a contattare lo sportello Sos Turista (da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 13.30) al numero 059.251108 o all’indirizzo mail info@sosvacanze.it .

Gas: la crisi non è finita! Torna a crescere la bolletta, +22,4% per i consumi di aprile 2023. Prematuro smantellare i sostegni alle famiglie.

Come temevamo e ripetiamo da tempo la crisi energetica non è ancora superata. Lo dimostra l’aggiornamento delle tariffe del gas da parte di Arera: per gli utenti sul mercato tutelato la bolletta cresce del +22,4%. In tal modo, la spesa per il gas della famiglia tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° maggio 2022 e il 30 aprile 2023) è di circa 1.532,49 euro, pari a -3,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente.
Un aumento superiore a quello previsto dalla stessa Arera nelle analisi pubblicate nelle scorse settimane.
“L’aumento complessivo per l’utente tipo, per i consumi del mese di aprile rispetto al mese precedente, – si legge nella nota dell’Autorità – è quindi determinato da un leggero calo della spesa per la materia gas naturale, – 3,1%, da un calo della tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura, – 4,0%, controbilanciato dall’aumento degli oneri generali per la parte legata all’UG2, +29,5%. Si determina così il +22,4% finale per la famiglia tipo.”
Il Decreto bollette 34/2023 ha, infatti, confermato la riduzione dell’Iva al 5% sul gas, azzerando gli oneri generali di sistema per il II trimestre e allentando, invece, le riduzioni relative alle aliquote della componente tariffaria UG2. Non osiamo immaginare cosa accadrà non appena dovessero decadere anche per il gas gli effetti della sterilizzazione degli oneri di sistema!
Non a caso, da mesi, continuiamo a ripetere che è prematuro tirare un sospiro di sollievo e, soprattutto, smantellare le tutele a vantaggio dei consumatori disposte in occasione della crisi energetica, che anzi andrebbero ripristinate anche nel settore elettrico (dove è stata eliminata la sterilizzazione degli oneri di sistema).
Rimane estremamente difficile anche la situazione per gli utenti che sono passati al mercato libero: in questo caso l’andamento dei prezzi è piuttosto disomogeneo, soprattutto per coloro che hanno contratti a prezzo fisso. Sempre più spesso agli sportelli di Federconsumatori si presentano utenti che lamentano forti rincari e bollette esorbitanti (con costi del gas di oltre 3 euro al mc).
Questi dati sono un grave campanello di allarme che dovrebbe spingere il Governo, il Parlamento (e la stessa Arera) a valutare con molta attenzione la prevista conclusione del mercato tutelato con l’inizio del nuovo anno: sarebbe opportuno valutare già da ora una proroga almeno per tutto il 2024. In tal senso chiediamo sin d’ora di avviare un confronto costruttivo con le Associazioni dei consumatori che miri ad assicurare un assetto stabile al sistema regolatorio del mercato, che metta in primo piano le tutele per i consumatori. Al contempo, restiamo in attesa della convocazione di un tavolo tecnico, non più rinviabile, per affrontare la riforma generale della tassazione su energia e gas.

Fucecchio (FI): il 3 maggio 2023 incontro con la cittadinanza sul tema della tariffa corrispettiva per lo smaltimento di rifiuti. Iniziativa promossa da SPI CGIL Fucecchio e Federconsumatori Toscana

A partire dal 1 gennaio 2023 nel Comune di Fucecchio entrerà in vigore la tariffa corrispettiva per lo smaltimento dei rifiuti che sostituirà la tassa sui rifiuti (TARI).

Oltre al Comune di Fucecchio sono coinvolti da questa novità anche i Comuni di: Borgo San Lorenzo, Capraia e Limite, Certaldo, Castelfiorentino, Empoli, Fiesole, Gambassi Terme, Lastra a Signa, Monsummano Terme, Montelupo Fiorentino, Scarperia e San Piero e Vinci.

La tariffa corrispettiva misura  i comportamenti degli utenti attraverso appositi dispositivi di lettura, premiando coloro che più si impegnano nella separazione dei rifiuti, in modo da rendere i cittadini consapevoli del proprio ruolo e delle ricadute delle proprie azioni.

Tuttavia, tutti i cambiamenti vanno accompagnati da iniziative informative dedicate agli utenti.

Per questo, mercoledì 3 maggio a partire dalle ore 15:30 a Fucecchio, presso i locali della Fondazione “I Care”, via I settembre 43/A, si terrà un incontro informativo, organizzato da SPI CGIL Fucecchio e Federconsumatori Toscana, con la partecipazione dell’amministrazione comunale e della società ALIA.

Scarica il volantino

Lo shopping non è una Liberazione.

E’ una brutta strategia di marketing quella del centro commerciale “I Gigli” che, con un gioco di parole, accosta lo shopping alla “Liberazione”.
Con le parole non si scherza soprattutto se tendono a ridicolizzare e mercificare una giornata così importante per tutto il nostro Paese. Il 25 aprile è la giornata della riacquistata libertà di tutti noi dall’oppressione nazi-fascista ed è anche la giornata del ricordo di quanti si sacrificarono in quella guerra di Liberazione.

Quel messaggio pubblicitario offensivo va rimosso.
Invitiamo tutti i cittadini a non rinchiudersi in spazi commerciali ma a partecipare alle tante iniziative di commemorazione, ricordo e riflessione che verranno svolte nella giornata del prossimo 25 aprile.
Diamo una risposta forte a quanti cercano di mescolare valori fondanti la nostra libertà con campagne pubblicitarie speculative.

Polizze Eurovita: i cittadini preoccupati chiedono garanzie e trasparenza. Il Governo si impegni per trovare possibili soluzioni e salvaguardare gli investimenti dei consumatori.

Desta sempre più allarme tra i cittadini la vicenda della compagnia Eurovita S.p.A.

La società è in amministrazione straordinaria, infatti, come si legge in una nota presente sul sito ufficiale: “Il Ministro dell’Impresa e del Made in Italy, su proposta dell’IVASS, ha disposto, con decreto del 29 marzo 2023, l’Amministrazione Straordinaria e lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo di Eurovita Holding S.p.A. e Eurovita S.p.A..”

A seguito di tale provvedimento IVASS ha prorogato la sospensione temporanea della facoltà dei contraenti di esercitare i riscatti regolati dai contratti di assicurazione e di capitalizzazione stipulati con Eurovita S.p.A. fino al 30 giugno 2023.

“In ragione di quanto sopra, – si legge sempre nella nota pubblicata online – le eventuali richieste di riscatto, totale o parziale, presentate durante il periodo di sospensione non saranno considerate valide.
La sospensione non opererà per le liquidazioni dovute in caso di scadenza e sinistro né per i casi di richieste di riscatto e anticipazioni relative alle forme pensionistiche complementari disciplinate dal decreto legislativo n. 252 del 5 dicembre 2005.”

Il tempestivo intervento di IVASS con la sospensione dei riscatti e l’Amministrazione straordinaria hanno scongiurato il default, salvaguardando così le garanzie patrimoniali a favore degli assicurati e dando il tempo alla società di individuare una soluzione per rafforzare la propria situazione patrimoniale.

Data questa situazione, sono molti gli assicurati coinvolti che ci chiamano allarmati, chiedendoci se e quando potranno riscattare le proprie polizze.

Ovviamente ci auguriamo che la società riesca al più presto a risanare la propria situazione, ma è necessario in ogni caso che Governo, IVASS e le imprese del settore collaborino attivamente alla soluzione di questa vicenda: un esito negativo è impensabile, non solo per i cittadini coinvolti, ma per la fiducia verso l’intero sistema assicurativo, da tempo minata da varie criticità.

Per questo è indispensabile individuare gli strumenti più efficaci possibili, coinvolgendo anche le principali compagnie interessate al riequilibrio della situazione patrimoniale di Eurovita e alla stabilità del settore, per superarle rapidamente salvaguardando gli investimenti dei risparmiatori e consumatori.

Federconsumatori è attenta e pronta a svolgere ogni iniziativa utile alla migliore tutela dei cittadini coinvolti, che possono recarsi presso i nostri sportelli, presenti in tutta Italia, per valutare il proprio caso e ricevere le informazioni e l’assistenza necessaria.

Pasqua: il calo del potere di acquisto delle famiglie e gli aumenti dei costi in occasione di Pasqua incidono sulla scelta di come festeggiare. Solo 1 famiglia su 7 partirà, 1 su 4 mangerà fuori casa.

Alle porte di Pasqua gli italiani si preparano a festeggiare al meglio, ciascuno secondo le possibilità che le proprie tasche gli concedono. Nonostante il meteo non proprio favorevole c’è molta voglia di trascorrere del tempo all’aria aperta, immersi nella natura, magari degustando prodotti tipici o praticando attività sportive. Molto gettonate anche le città d’arte… ma attenzione agli aumenti!

L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha rilevato forti rialzi dei costi degli alberghi e dei ristoranti nelle principali città d’arte in occasione del weekend di Pasqua. Per quanto riguarda gli alberghi, un pernottamento in camera doppia nel weekend di Pasqua, per 2 persone, con colazione compresa, costa mediamente il +78% rispetto al weekend precedente. Anche i menu dei ristoranti segnano aumenti rispetto ad altri periodi: un pasto completo, per 2 persone, costa mediamente tra il 5% e il 6% in più.

Viste le forti tensioni registrate anche sui prezzi dei trasporti (il nostro Osservatorio Nazionale, nell’indagine dedicata, ha rilevato aumenti medi del +4% sui treni, del +90% sui voli e del +97% sui pullman) non tutti potranno permettersi di partire: solo 1 famiglia su 7 (pari a circa 3,7 milioni di famiglie) sceglierà di trascorrere Pasqua lontano da casa.

Chi potrà, approfitterà dell’ospitalità di amici e parenti, gli altri sceglieranno soprattutto sistemazioni in b&b, agriturismi o appartamenti in affitto.

Un andamento su cui incidono diversi fattori, primo tra tutti la grave crisi dei bilanci familiari dovuta ai rincari dell’energia, che ha portato a un forte calo del potere di acquisto delle famiglie, oggi quantificato dall’Istat nel -3,7%, dato a nostro avviso ancora sottostimato.

In tale situazione si riduce fortemente anche il numero di famiglie che mangerà fuori casa: farà tale scelta per Pasqua o Pasquetta solo 1 famiglia su 4, optando in molti casi per pic nic o agriturismi, all’insegna della tradizione, della natura e del risparmio.

Di seguito, nel dettaglio, i costi rilevati nelle principali città d’arte.

PREZZI WEEKEND 1-2/04/2023 PREZZI WEEKEND  8-9/04/2023 PASQUA VAR %
ROMA
Albergo 197,00 € 341,00 € 73%
Ristorante 86,00 € 90,00 € 5%
FIRENZE
Albergo 241,00 € 418,00 € 73%
Ristorante 96,00 € 101,00 € 5%
NAPOLI
Albergo 128,00 € 229,00 € 79%
Ristorante 73,50 € 78,00 € 6%
VENEZIA
Albergo 232,00 € 434,00 € 87%
Ristorante 114,60 € 120,90 € 5%