Banche: l’Antitrust interviene sulla vicenda Intesa Sanpaolo-Isybank.

I cittadini interessati devono esprimere il loro consenso per il passaggio.

La questione del trasferimento dei clienti da Intesa Sanpaolo a Isybank è finita nel mirino dell’Antitrust, che ha bloccato la migrazione dei 2,4 milioni di clienti coinvolti nell’operazione.

Una questione su cui siamo intervenuti in più occasioni, supportando in tutta Italia centinaia di cittadini che si sono rivolti a noi per chiarimenti e assistenza. A seguito delle criticità, più volte esposte all’istituto bancario, quest’ultimo aveva già prorogato a febbraio la scadenza per effettuare la scelta ed esprimere il proprio consenso al passaggio alla banca digitale.

Oggi, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha adottato un provvedimento cautelare nei confronti di Intesa Sanpaolo e di Isybank non solo per impedire il passaggio alla banca digitale dei correntisti che non forniscano il proprio consenso espresso, ma prevedendo anche che le due banche, previa informativa chiara ed esaustiva sulle caratteristiche del nuovo conto Isybank, assegnino ai correntisti un congruo termine per fornire il proprio consenso espresso al trasferimento. Ivi compresi, pertanto, coloro che sono stati trasferiti “d’ufficio”, che ora avranno modo di manifestare espressamente la loro adesione o meno. In tal modo, coloro che si dichiareranno contrari avranno la facoltà di mantenere il precedente conto corrente alle stesse condizioni.

L’Autorità ha dato tempo 10 giorni a Intesa Sanpaolo e Isybank per ottemperare al provvedimento cautelare.

Di seguito le linee guida predisposte da Federconsumatori per i clienti coinvolti, che in ogni caso possono rivolgersi ai nostri sportelli presenti in tutta Italia.

 

 

LA NUOVA BANCA DIGITALE “ISYBANK”: COSA È UTILE SAPERE E COSA FARE

Isybank è stata lanciata il 15 giugno 2023 ed è la banca digitale di Intesa Sanpaolo: l’obiettivo è quello di fornire servizi bancari in una fase iniziale ai 4 milioni di clienti individuati dal Piano d’Impresa 2022-2025 del Gruppo Intesa Sanpaolo interessati a usare servizi esclusivamente online e via mobile.

Chi viene trasferito

Intesa Sanpaolo ha deciso di trasferire tutti i clienti cosiddetti “prevalentemente digitali” e cioè coloro che per la loro operatività hanno utilizzato più volte i servizi e i canali digitali di Intesa Sanpaolo e i clienti che fanno un utilizzo nullo o limitato della filiale.

Tuttavia, non saranno trasferiti automaticamente:

  • coloro che hanno più di 65 anni;
  • coloro che hanno un fido sul conto corrente;
  • i clienti con giacenze finanziarie superiori a 100.000 euro;
  • chi ha effettuato più di 10 operazioni in filiale nell’ultimo anno o comunque dall’apertura del conto se avvenute nel corso dell’ultimo anno.

 

 

Cosa cambia per chi viene trasferito

Coloro che vengono trasferiti alla nuova banca digitale non potranno più fare operazioni in filiale o sul sito internet, ma solo utilizzando l’app Isybank, mentre le carte di debito e le prepagate si potranno continuare a usare senza problemi. Intesa Sanpaolo provvederà a trasferire le domiciliazioni di bollette e addebiti vari, ma non tutti: l’elenco degli addebiti diretti di cui non si occuperà l’istituto di credito sono riportati nella lettera pervenuta agli utenti coinvolti.

Inoltre, i bonifici che arriveranno al vecchio IBAN saranno reindirizzati sul nuovo per circa un anno dal giorno del passaggio; mutui e prestiti stipulati con Intesa Sanpaolo, ancora attivi al momento del passaggio, potranno essere pagati dal nuovo conto Isybank. Il trasferimento riguarda, infatti, il solo rapporto di conto corrente, mentre mutui, prestiti, libretti di risparmio e cassette di sicurezza rimarranno legate a Intesa Sanpaolo.

Per coloro che rientrano tra i primi correntisti trasferiti (ovvero per coloro che avevano tempo fino al 12 settembre 2023 per comunicare di non essere un cliente digitale e quindi rimanere in Intesa Sanpaolo), non è più possibile fare questa richiesta o tornare indietro, e non è più possibile neppure recedere dal rapporto alle vecchie condizioni. La sola cosa che si può fare è chiudere il conto aperto in Isibank: la chiusura del conto si può operare in qualunque momento.

I clienti che sono ormai stati trasferiti in Isybank e desiderano tornare in Intesa Sanpaolo, invece, dovranno necessariamente aprire un nuovo conto corrente Intesa Sanpaolo. Per farlo bisogna recarsi in filiale e il nuovo rapporto beneficerà di agevolazioni dedicate: in generale, saranno applicate le condizioni e promozioni riservate ai nuovi clienti, se più favorevoli rispetto alle condizioni che lo stesso cliente aveva prima della cessione, che, diversamente, la banca dovrebbe riripristinare. Inoltre, con l’opzione «cambio banca», il cliente non dovrà farsi carico dello spostamento delle domiciliazioni e addebiti ricorrenti e della chiusura del conto corrente.

E se non voglio passare a Isybank?

Come visto, dopo i primi 300 mila utenti, Intesa Sanpaolo ha comunicato il trasferimento a Isybank ad altri 2 milioni di correntisti (in totale si parla di circa 4 milioni di conti che passeranno alla banca digitale). Il passaggio definitivo avverrà il 18 marzo 2024 e si ha tempo per comunicare alla banca di non essere un utente digitale e di non voler essere trasferito fino al 29 febbraio 2024.

Se la comunicazione del trasferimento non è ancora arrivata e si utilizza il conto prevalentemente in digitale, è opportuno prestare attenzione a eventuali comunicazioni che arrivano da Intesa Sanpaolo durante le prossime settimane o nei prossimi mesi.

Come evitare il trasferimento a Isybank?

Chi ha ricevuto la comunicazione da parte di Intesa Sanpaolo del trasferimento del conto a Isybank ha tempo fino al 29 febbraio 2024 per contattare la banca al numero verde 800.303.303 comunicando di non riconoscersi nelle caratteristiche dei “clienti prevalentemente digitali”. Inizialmente la banca aveva fissato il termine del 30 settembre per rifiutare il passaggio del conto. Trascorso questo termine, si sarebbe potuto esercitare il diritto di recesso da Isybank entro il 17 marzo 2024 e tornare a Intesa Sanpaolo o aprire il conto presso un’altra banca. Per chiudere il conto bisogna compilare e firmare l’apposito modulo per il recesso, allegando il documento d’identità registrato in Isybank e il codice fiscale. Il modulo è da inviare via raccomandata all’indirizzo Isybank S.p.A. – Via Monte di Pietà, 8 – 20121 Milano, oppure via PEC alla casella info@pec.isybank.com.

 

Dove è possibile prelevare con Isybank?

Con Isybank è possibile prelevare contante ai bancomat in Italia e all’estero, sia con la carta fisica che in modalità cardless. I prelievi agli sportelli delle banche del Gruppo anche senza carta sono sempre gratuiti, al di là del piano prescelto.

Comunicazione poco trasparente: il procedimento AGCM

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) a inizio novembre ha avviato un procedimento nei confronti di Intesa Sanpaolo per le modalità e i tempi della comunicazione di questa importante operazione. L’AGCM ha, poi, adottato un provvedimento cautelare nei confronti di Intesa Sanpaolo e di Isybank per impedire il passaggio alla banca digitale dei correntisti che non forniscano il proprio consenso espresso. Per l’Autorità il trasferimento è stato previsto con modalità non conformi alle disposizioni del Codice del Consumo. Infatti, per effetto del trasferimento, i correntisti interessati non avrebbero più potuto accedere in filiale né all’internet banking tramite computer e avrebbero dovuto svolgere le operazioni bancarie solo tramite App.

Per i clienti già trasferiti al 16 ottobre, è previsto “previa informativa chiara ed esaustiva sui servizi bancari non più disponibili in caso di trasferimento e sulle nuove condizioni contrattuali applicate, sia assegnato un congruo termine per esercitare la facoltà di mantenere il precedente conto corrente alle medesime condizioni applicate prima del trasferimento”.

 

Energia: Fine del servizio di tutela. Le Associazioni dei consumatori del CNCU chiedono un urgente incontro al ministro Pichetto Fratin al fine di salvaguardare i diritti di tutti gli utenti.

La mancanza a tutt’oggi della prevista campagna di informazione capillare agli utenti, nonostante fosse già indicata dalla Legge del 2017 e da noi sollecitata ripetutamente, per mettere i consumatori al riparo da truffe e speculazioni al termine del mercato tutelato, ripropongono ad avviso delle AACC del CNCU il problema dei tempi e delle modalità decisi per l’avvio della transizione al mercato libero e, soprattutto, la necessità di svolgere immediatamente tale campagna, convocando allo scopo una urgentissima riunione presso il Mase per avviarla quanto prima.

L’urgenza è necessaria anche al fine di recuperare tutte quelle misure di accompagnamento e di riordino, affinché la liberalizzazione diventi efficacemente un’opportunità per il mercato a beneficio e non un rischio per gli utenti.

Come più volte abbiamo evidenziato al Governo, serve adottare misure più robuste di accompagnamento al passaggio dal servizio di tutela al mercato libero, che impatterà su un rilevante numero di famiglie, comprese quelle che già ci si trovano oggi, spesso a loro insaputa o avendo subito – così come numerosissime volte abbiamo segnalato dall’Antitrust – delle pressioni commerciali indebite e speculative. Tali misure sono oltremodo necessarie rispetto alle rilevanti modifiche che in questi mesi hanno interessato il settore energetico.

Inoltre, l’introduzione della categoria dei clienti vulnerabili ha generato confusione, soprattutto in considerazione della complessità delle regole circa l’applicazione dei dispositivi di tutela per loro, diversi per il gas e per l’energia elettrica.

Ciò premesso le proposte delle associazioni firmatarie sono le seguenti:

  • assicurare un’informazione chiara e sintetica sulle regole di condotta e gli obblighi contrattuali degli operatori e sugli strumenti di tutela a disposizione dei consumatori, assicurando il ruolo centrale delle AACC del CNCU in tutti i territori;
  • allineare la modalità di tutela delle fasce deboli della popolazione e ridefinire le misure e le platee dei beneficiari dei bonus sociali per elettricità e gas, con riguardo anche alla possibile creazione di un Fondo contro la Povertà energetica;
  • modificare l’elenco venditori istituendo un vero Albo vigilato da Arera, per assicurare la qualità del servizio e la correttezza commerciale degli operatori nonché le sanzioni efficaci in caso di violazioni degli obblighi;
  • introdurre nuovi criteri di definizione dei prezzi di riferimento dell’energia e di salvaguardia anti-speculazione, dando pieni poteri all’autorità di determinare tempo per tempo congrui tetti massimi di oscillazione delle tariffe;
  • procedere con la progressiva traslazione alla fiscalità generale degli oneri di sistema impropri e la revisione strutturale del peso delle accise e dell’Iva;
  • intervenire rispetto alla repressione del teleselling e telemarketing aggressivi, principali fonti di attivazione di contratti non richiesti, prevedendo l’obbligo, in capo alle aziende energetiche beneficiarie di tali contratti, di risarcire gli utenti danneggiati, oltre l’applicazione di tutte misure previste nell’art.66 quinques del Codice del Consumo;
  • in coerenza con quanto definito nella sessione programmatica di Genova, sostenere le azioni delle AACC nel capillare lavoro di informazione sulla disciplina dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche alla luce del decreto Mase in fase di pubblicazione.

Adoc, Adiconsum, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codici, Confconsumatori, CTCU, Federconsumatori, Lega Consumatori,  Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, U.Di.Con.

Seminario “Phishing e sicurezza informatica”

Il 12 dicembre 2023, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, si terrà presso Sala Gonfalone, Palazzo Pianciatichi in Via Cavour 4 a Firenze, il seminario “Phishing e sicurezza informatica”.

Il Seminario affronterà il fenomeno delle truffe telematiche, nello specifico verrà trattato il fenomeno del Phishing, una delle truffe informatiche più diffuse sul territorio regionale e nazionale e in continua espansione.

Durante il Convegno verranno fornite le informazioni utili a identificare questo tipo di truffa, gli accorgimenti necessari per tutelarsi, il ruolo che ha la giurisprudenza in merito a questi casi e gli aspetti tecnici adoperati dalle autorità per intervenire.

Interverranno:  Antonio Mazzeo, Presidente Consiglio Regionale della Toscana, Luca D’Onofrio, Presidente Federconsumatori Toscana, Marco Meacci, Presidente CoReCom Toscana, Roberto D’Atri, Componente del Collegio di Bologna dell’Arbitro Bancario e Finanziario, Lorena La Spina, Primo Dirigente della Polizia di Stato – C.O.S.C. Toscana – Polizia Postale e Michele Carrus, Presidente Federconsumatori Nazionale.

 

Per la partecipazione in presenza è necessario registrarsi al seguente link:

https://forms.gle/Qs7bYDoVmi1XJa3X8

Sarà possibile, inoltre, seguire l’ iniziativa in live streaming sulla pagina Facebook “Federconsumatori Toscana”

Scarica la locandina

 

Tredicesime: a dicembre le famiglie incasseranno 43,8 miliardi di euro per le tredicesime.

Ma circa il 91% del monte tredicesime sarà eroso da rate, mutui, bollette e aumento dei prezzi.

A dicembre, come ogni anno, saranno accreditate sui conti di lavoratori dipendenti e pensionati le tredicesime. Sono 18,9 mln i lavoratori e 16,1 mln i pensionati a cui spetta la gratifica natalizia, il cui ammontare complessivo si attesta quest’anno a circa 43,8 miliardi di euro.

Le tredicesime rappresentano una boccata di ossigeno, che consentirà alle famiglie di dedicarsi, per chi potrà permetterselo, agli acquisti di Natale.

Come ogni anno, però, gran parte degli importi saranno erosi dalle numerose scadenze di dicembre, nonché dall’insostenibile aumento dei prezzi delle bollette, delle rate di mutui e prestiti.

Secondo lo studio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, dei 43,8 miliardi del monte tredicesime solo il 9,6% rimarrà nelle tasche delle famiglie per regali, pranzi, cenoni ed eventuali viaggi.

Gran parte degli importi delle tredicesime sarà destinato, invece, a prestiti, mutui e rate, la cui incidenza è pari al 29,2%. Tale voce, da sempre in testa alla classifica delle componenti che intaccano la gratifica natalizia, con il ripetuto rialzo dei tassi da parte della BCE, ha comportato una impennata delle rate, specialmente per chi aveva contratto mutui a tasso variabile. In molti casi le rate sono più che raddoppiate, mettendo in seria difficoltà le famiglie.

Dietro alla voce relativa a mutui e prestiti vi sono i costi di bollette, a cui sarà destinato ben il 24,60% dell’importo totale (nel 2019 tale percentuale si fermava al 22,2%). Altra voce con un peso importante è quella relativa alle tasse (12,1%), all’rc auto (14,8%) e all’aumento dei prezzi, che non arresta la sua corsa (tale fattore inciderà ben il 9,7% della tredicesima).

Di fronte a tale situazione appare evidente che quello alle porte rischia di essere un Natale molto freddo sul fronte dei consumi e dei regali: per questo continuiamo a sostenere che il trimestre anti inflazione non basta. Per restituire capacità di acquisto alle famiglie è necessario un maggiore impegno, a partire da una riforma delle aliquote IVA, degli oneri di sistema in bolletta e dal prolungamento del mercato tutelato dell’energia (gas e luce), per non esporre i cittadini a ulteriori aumenti.

Di seguito, nel dettaglio, l’incidenza delle principali voci di spesa sugli importi delle tredicesime.

Voci di spesa Parte della tredicesima impiegata
Rc auto 14,80%
Prestiti / mutui / rate 29,20%
Bollette e utenze 24,60%
Aumento prezzi 9,70%
Tasse (TASI II casa, IMU II casa, TARI, bolli) 12,10%
Rimanenza 9,60%

Natale 2023: Panettoni e pandori, i re delle tavole natalizie. Dalle ricette tradizionali a quelle più esotiche, i prezzi lievitano del +8% rispetto al 2022.

Il prezzo del panettone tradizionale cresce del +9% rispetto allo scorso anno, il costo del pandoro del +10%.

Le festività natalizie si avvicinano e, tra gli scaffali dei supermercati e nei negozi specializzati, con grande anticipo, sono apparsi i prodotti tipici di tale festività.

I veri protagonisti delle tavole natalizie sono il panettone e il pandoro: come ogni anno l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha realizzato un’indagine sui costi dei due famosi dolci tradizionali e delle loro varianti, da quelle per intolleranti al lattosio e celiaci, a quelle più esotiche.

Nonostante le nuove golose versioni (con aggiunta di mandorle, pistacchio, caramello salato e agrumi), i più amati restano il panettone e il pandoro classici. Quest’anno, però, gli italiani dovranno fare i conti con una ulteriore lievitazione dei prezzi, del +8% rispetto al 2022.

Dall’indagine emerge che il prezzo del panettone tradizionale cresce del +9% rispetto allo scorso anno, anche il costo del pandoro classico aumenta del +10%.

Chi non può rinunciare alla versione artigianale del panettone, dovrà far fronte a un aumento del +8%. Sempre per il panettone si registrano incrementi notevoli per la versione mini (+14%), per quella gluten free (+9%) e per il panettone vegano (+15%).

Questi rincari influenzeranno le scelte delle famiglie, che dovranno fare i conti con un budget ridotto per i menu natalizi, visto l’aumento generalizzato dei prezzi e di una serie di fattori che mettono sempre più in difficoltà la loro situazione economica: dai costi delle bollette alle rate dei mutui.

Questo andamento non fa ben sperare per i consumi natalizi, la cui spesa complessiva si preannuncia, secondo le nostre prime stime, in calo contenuto rispetto al 2022, con forti disparità tra Nord e Sud.

Di seguito la tabella con i costi in dettaglio e alcuni consigli utili su come scegliere prodotti di qualità:

2022 2023 Var. % 2023/2022
Panettone  €                 11,90  €                 12,99 9%
Pandoro  €                 10,93  €                 11,99 10%
Mini-Panettone  €                   3,60  €                   4,09 14%
Panettone speciale  €                 15,13  €                 15,99 6%
Panettone artigianale  €                 40,00  €                 43,00 8%
Panettone special edition agli agrumi  €                 43,60  €                 45,50 4%
Panettone gluten free  €                 15,58  €                 16,99 9%
Panettone senza lattosio  €                 29,20  €                 29,60 1%
Panettone vegano  €                 34,00  €                 39,00 15%

Fonte: Dati Federconsumatori 2022 e 2023.

NB – I costi sono relativi a confezioni da 1 kg per tutti i prodotti, tranne il panettone gluten free (500 gr), il mini-panettone (100 gr).

 

 

Panettone e pandoro: quando sono degni di questo nome?

Ricordiamo che per poter riportare le diciture “pandoro” o “panettone” il prodotto deve essere conforme a quanto disposto dal Decreto 22 luglio 2005 Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che stabilisce appunto gli ingredienti da utilizzare e le procedure da seguire nella preparazione.

 

 

Indicazioni in etichetta

Che sia industriale o artigianale, in qualità di prodotti preconfezionati i pandori e i panettoni devono riportare in etichetta alcune informazioni. La normativa vigente prevede che sulla confezione siano indicate le seguenti informazioni (secondo quanto previsto dal Regolamento (UE) 1169/2011: Etichettatura dei prodotti alimentari):

  • denominazione di vendita – nome comunemente impiegato per definire il singolo prodotto;
  • elenco ingredienti;
  • quantità (di tutti gli ingredienti e la quantità netta dell’alimento);
  • termine minimo di conservazione o data di scadenza;
  • nome o ragione sociale o marchio depositato e la sede del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nella Comunità Europea;
  • sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento;
  • lotto di appartenenza del prodotto;
  • modalità di conservazione e di utilizzo qualora sia necessaria l’adozione di particolari accorgimenti in funzione della natura del prodotto;
  • istruzioni per l’uso – ove necessario;
  • paese di origine o luogo di provenienza;
  • ingrediente o coadiuvanti che possono provocare allergie o intolleranze usato nella fabbricazione o preparazione di prodotti e/o alimenti;
  • dichiarazione nutrizionale.

 

 

Consigli utili

Non è sempre facile orientarsi tra l’ampia gamma di prodotti proposti, la cui varietà può disorientare il consumatore, distraendolo da elementi importanti. Per questo l’O.N.F. indica alcuni consigli da seguire:

  • Constatare l’integrità della confezione, che non deve presentare buchi o tagli;
  • Controllare la data di scadenza;
  • Prestare attenzione alla denominazione del prodotto (l’eventuale utilizzo della dicitura “dolce natalizio” o “dolce di Milano” o “dolce di Verona” invece di “pandoro” o “panettone” comporta l’impiego di ingredienti diversi rispetto a quelli della ricetta classica);
  • Verificare, qualora sia possibile, lo stato di lievitazione del panettone (quando la lievitazione è ottimale la curvatura del dolce parte dalla fine del pirottino);
  • Qualora l’acquisto avvenga a distanza (via telefono, via internet, ecc.), è opportuno controllare che le informazioni obbligatorie in etichetta siano disponibili prima della conclusione della transazione.

Nel caso del panettone la presenza di canditi e uvette in superficie è quasi sempre sinonimo di un impasto interno ricco. Al taglio il dolce deve presentare alveoli (cioè i tipici fori) grandi e irregolari, che indicano una buona lievitazione.

Il pandoro deve avere un colore dorato e uniforme e non deve risultare unto all’esterno ma perfettamente asciutto.

Una volta acquistato, per testare la qualità della propria scelta, è opportuno valutare il profumo del panettone e osservarne l’alveolatura: quanto più è disomogenea, tanto più la lievitazione e la scelta delle farine sono ottimali (nel pandoro si ha invece un’alveolatura più fine e compatta).

Energia: nessuna proroga del mercato tutelato del gas. Dal 10 gennaio i cittadini si troveranno in pasto alla confusione, all’aggressività delle offerte e al rialzo dei prezzi.

Urgente definire regole più severe e un vero albo dei venditori.

Nessuna proroga per il mercato tutelato del gas: dal 10 gennaio sarà ufficiale l’addio. Dopo mesi di attese, speranze ed incertezze, il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, a meno di un mese e mezzo dalla scadenza, chiude la porta al rinvio dell’abolizione del mercato tutelato nel settore del gas. Al via, quindi, un passaggio al mercato libero nel segno della confusione e della disinformazione.

Peggio di così, tale vicenda, non poteva essere gestita: non è stata avviata una adeguata campagna di informazione (nonostante le nostre ripetute sollecitazioni), si è continuata ad alimentare per mesi la speranza di una proroga, più volte accennata dal ministro, non si è intervenuti duramente contro le campagne di vera e propria diffusione di informazioni false da parte di call center intenti unicamente ad accaparrarsi contratti, con il risultato che oggi i cittadini si trovano in balìa del caos.

Come Federconsumatori, spesso insieme a SPI-CGIL, stiamo promuovendo in tutta Italia incontri con i cittadini per informarli adeguatamente su come effettuare il passaggio, soprattutto informando i cosiddetti clienti vulnerabili del fatto che possono rimanere sul Servizio di tutela delle vulnerabilità.

Inoltre, anche in vista dell’analogo passaggio per quanto riguarda l’energia elettrica, previsto ad aprile, si ripeteranno tali problemi e nessuna campagna di informazione si vede all’orizzonte.

Le recenti sanzioni irrogate a diverse aziende di energia dimostrano come il mercato dell’energia e del gas siano ancora afflitti da innumerevoli irregolarità, scorrettezze e abusi: con questo passaggio non si farà altro che lasciare i cittadini in pasto ai gestori che saranno liberi di gestire prezzi e condizioni contrattuali. I rischi per una nuova ondata di rialzi, vista la stagione invernale e vista la situazione internazionale ancora estremamente delicata, si fanno così ancora più vicini e concreti, con gravi danni per le tasche dei consumatori.

È necessario chiarire, in un contesto già così complesso e minaccioso, cosà succederà da gennaio sul piano delle agevolazioni e dei bonus, visto che l’Europa ci ha invitato a tagliare i sussidi sulle bollette. A nostro avviso un passo indietro su questo piano sarebbe insostenibile: per questo è necessario affrontare fin da ora tale questione, aprendo un confronto con le associazioni dei consumatori e avviando una seria riforma degli oneri di sistema.

Capitolata l’ipotesi della proroga del mercato tutelato, è ora necessario e doveroso un intervento regolatorio più deciso: definendo norme più stringenti per i gestori e sanzioni più efficaci in caso di scorrettezze (o allineamenti al rialzo dei prezzi) e istituendo un vero albo dei venditori per far sì che sul mercato operino solo le aziende che rispettano i diritti dei cittadini e dei lavoratori, che assumano impegni per il rispetto dell’ambiente e che siano in possesso di tutti i requisiti necessari sul piano economico, della professionalità e della competenza.

Black Friday: attenzione a sconti gonfiati o fasulli. Sponsorizzati a volte come superiori al 20%, ma in realtà non arrivano alla metà. Invitiamo i cittadini a segnalarci i comportamenti scorretti.

Mancano pochi giorni al Black Friday, ma, come ogni anno, anche questa rappresenta un’occasione ghiotta per mettere in atto fenomeni speculativi.

Molti esercenti, online come nei negozi, hanno infatti aumentando il prezzo dei prodotti, in modo da far apparire ancor più convenienti sconti in realtà pressoché irrilevanti e in alcuni casi del tutto inesistenti.

Federconsumatori sta monitorando la situazione da settimane a questa parte e ha rilevato, effettivamente, che in molti casi, su alcuni prodotti, gli sconti reclamizzati sono del tutto ingannevoli.

Gli sconti stellari promossi su alcuni prodotti, in realtà, sono spesso molto “gonfiati”: su alcuni prodotti lo sconto promosso supera il 20%, ma in realtà il vero sconto sfiora l’8%. Ma vi sono casi ancora peggiori: alcuni prodotti, infatti, vendono venduti in occasione del Black Friday a prezzi maggiori di quelli applicati in precedenza. Rientrano in questa tipologia, tra i prodotti monitorati dal nostro osservatorio, il cappuccinatore elettrico e il forno a microonde.

Stando al monitoraggio effettuato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, gli sconti “esagerati” rispetto a quelli realmente applicati riguardano soprattutto il settore dell’elettronica e dei piccoli elettrodomestici, nonché quello dei giocattoli, meno il comparto dell’abbigliamento e il settore alimentare, che comunque non sono indenni da tali fenomeni.

I cittadini, vista anche la fase di forte ristrettezza economica, sono ormai sempre più attenti alle proprie spese e ai comportamenti messi in atto da esercenti e piattaforme online; per questo sono particolarmente arrabbiati e delusi dalle pratiche scorrette adottate da chi propone sconti “fasulli” in occasione del Black Friday.

“Comportamenti a nostro avviso inaccettabili – afferma Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori – a maggior ragione alla luce della situazione di difficoltà che coinvolge molte famiglie. Appare evidente che, in questa maniera, alcuni esercenti consapevoli del fatto che gran parte dei cittadini effettuano ora gli acquisti per le festività natalizie, stiano approfittando di questo periodo per aumentare i propri introiti in vista di un Natale che si preannuncia quanto mai “magro”.”

Eppure le regole parlano chiaro, soprattutto dopo la Direttiva Omnibus che ha stabilito, in occasione di promozioni, l’obbligo di indicare non più il prezzo di listino (ovvero il prezzo più elevato applicato al momento del lancio del prodotto), ma il prezzo più basso che si era applicato negli ultimi trenta giorni. Invitiamo le autorità competenti a una maggiore vigilanza in tal senso, così come invitiamo i cittadini a continuare a segnalarci i falsi sconti.

In allegato riportiamo alcuni esempi dei prodotti su cui abbiamo rilevato l’applicazione di sconti “gonfiati”.

Black Friday: il 39% delle famiglie approfitterà degli sconti. Ma si riduce la spesa.

Tra i settori più gettonati, oltre all’elettronica, quello alimentare e per la cura della persona.

Ha preso il via la settimana del Black Friday, sono molti i negozi e i portali online che, da tempo, si preparano a tale appuntamento applicando sconti e promozioni anche molto in anticipo.

Il “Venerdì Nero”, infatti, è divenuta una realtà affermata anche nel nostro Paese: in molti lo aspettano per effettuare gli acquisti che rimandano da tempo.

Sono sempre di più, infatti, gli italiani che approfittano di tale giornata, circa il 39% secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con una spesa media a famiglia di circa 132,00 euro. In calo, rispetto all’anno scorso, sia il tasso di adesione delle famiglie (-2%), che la spesa, (-8%). La maggior parte di chi effettuerà acquisti (oltre il 68%) lo farà in vista delle festività natalizie, per comprare regali a prezzi scontati.

Secondo le nostre stime a regnare in testa alla classifica delle categorie merceologiche più acquistate saranno, ancora una volta, i prodotti di elettronica, incalzati da prodotti alimentari e servizi di ristorazione (sempre più in voga anche in tema di regali di Natale).

Di seguito, nel dettaglio, i settori più gettonati per quest’anno:

  1. Articoli di elettronica (pc, tablet, smartphone, smartwatch, ecc.) e piccoli elettrodomestici, soprattutto per la cucina;
  2. Alimentazione e servizi di ristorazione;
  3. Trucchi, prodotti e servizi per la cura della persona (dal parrucchiere alla manicure, dall’estetista al corso di trucco);
  4. Abbigliamento e calzature;
  5. Visite ed esami medici, prodotti farmaceutici.

La maggior parte di chi effettuerà acquisti durante il Black Friday lo farà online, ma questo appuntamento rappresenta un’opportunità anche per negozi fisici e catene, che da settimane stanno organizzando le proprie campagne di promozione a tema, prolungando ed estendendo gli sconti per diversi giorni prima e dopo il Black Friday.

L’estensione del periodo in cui avvengono gli sconti consentirà anche di incentivare le vendite in una fase in cui le famiglie si trovano in forte difficoltà a causa delle continue spinte al rialzo dei prezzi: questo spiega la tendenza ad acquistare soprattutto prodotti alimentari o, in ogni caso, prodotti necessari. Aumenta il numero di cittadini che approfittano delle promozioni per comprare prodotti o servizi per la cura della persona, nonché quello di chi usufruisce dei ribassi proposti da studi medici e farmacie per effettuare visite ed esami (a cui sennò è spesso costretto a rinunciare), oltre che per acquistare prodotti farmaceutici da banco, integratori, accessori per la salute.

Il Black Friday, tuttavia, non è solo occasione di acquisti a prezzo scontato e caccia agli affari, ma può nascondere numerose insidie: dai falsi sconti a vere e proprie truffe! Ecco perché Federconsumatori ha redatto una breve guida da seguire per acquistare in sicurezza e senza farsi prendere dall’ “ansia da promozione”.

Acqua: alla Commissione di allerta rapida sui prezzi le associazioni chiedono tariffe più eque e investimenti immediati per una maggiore qualità ed efficienza del sistema.

Si è tenuta oggi, per il suo sesto incontro, la Commissione di allerta rapida sui prezzi, per discutere del tema delicato e quanto mai essenziale delle tariffe del servizio idrico.

Mentre le aziende di settore denunciano l’aumento dei costi a loro carico, lasciando intravedere l’ombra di aumenti tariffari che in una fase come questa sarebbero inaccettabili e che contrasteremmo fortemente, le Associazioni dei consumatori designate in rappresentanza di tutte le Associazioni del CNCU hanno sottolineato le criticità e le carenze di un sistema che, è proprio il caso di dirlo, sotto molti aspetti fa acqua da tutte le parti.

Nel nostro Paese le perdite ammontano a oltre il 42% della risorsa immessa in rete. Ma soprattutto, continua a perpetrarsi la grave inottemperanza delle norme fissate a seguito della consultazione popolare (che, lo ricordiamo, è stata promossa e sostenuta con convinzione dalla Federconsumatori), che non si limitava a stabilire l’illegittimità, nella tariffazione, della remunerazione del capitale investito dalle aziende, ma definiva precisi obblighi di miglioramento della qualità del servizio, che invece si attesta ancora oggi su livelli imbarazzanti.

Ribadiamo, quindi, la necessità e l’urgenza di un sistema tariffario più equo, che tuteli soprattutto le fasce più deboli della popolazione e non carichi sulla tariffa voci improprie; al contempo, riteniamo improrogabile l’avvio di investimenti nel settore, tesi a migliorare la qualità e l’efficienza del sistema: investimenti che non ci si può più limitare a programmare o rinviare ad un futuro prossimo, ma che finalmente vorremmo vedere realizzati.

Energia: Bene il lavoro di AGCM, con importanti sanzioni alle aziende. Ora Arera riveda le tutele per i consumatori.

Comunicato stampa- 15 novembre 2023

La sanzione multimilionaria, 15 milioni di euro, che l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha irrogato  ad alcune tra le più importanti società del settore energetico del nostro  Paese (tra cui  Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Ibedrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia) per pratiche commerciali aggressive che hanno condizionato  l’aumento  dei  prezzi per i consumatori, rappresenta un atto di grande rilievo, che conferma i nostri allarmi e le nostre denunce in tal senso. Non a caso molte delle sanzioni irrogate hanno origine da segnalazioni effettuate da Federconsumatori (Dolomiti Energia, Enel Energia, Edison). Bisogna tenere presente, però, che tale sanzione getta luce solo sulla punta di un enorme iceberg: quello dei contratti di gas ed energia elettrica, dove le pratiche scorrette delle aziende, che sono centinaia e non certificate, nonché la lesione dei diritti dei consumatori sono all’ordine del giorno.

Meritoria è l’azione che AGCM sta portando avanti, ma la sola azione sanzionatoria non è purtroppo sufficiente per una tutela efficace dei consumatori. Federconsumatori intende ribadirlo con forza: le regole del mercato energetico fanno acqua da tutte le parti, dimostrano ogni giorno criticità e carenze, che non ci stanchiamo di denunciare. Siamo di fronte, spesso, a regolazioni ridondanti, ma che non vanno al nocciolo dei problemi che affliggono i consumatori. Così come, molte volte, vengono scritte regole sulle quali è facile effettuare pronostici circa possibili (anzi più che probabili) futuri abusi. Anche le questioni che AGCM ha messo sotto i riflettori con questa tornata di sanzioni sono il frutto di regolazioni astratte, non incisive come vorremmo. Per questi motivi Federconsumatori chiederà ad Arera (l’Autorità che ha le competenze in materia di contratti energetici), di aprire un confronto a 360 gradi, per riequilibrare il rapporto tra aziende fornitrici e consumatori, troppo sbilanciato a favore delle prime.

Tutto questo si rende ancora più urgente e necessario in vista dell’imminente fine del servizio di maggior tutela, che espone i consumatori a rischi e asimmetrie informative ancora maggiori di quelle esistenti oggi. Con tale passaggio, dui cui è stata solo annunciata una proroga ancora non pervenuta nei fatti, le aziende acquisiranno ancora maggior potere, mentre poco o nulla è stato fatto per creare nuove condizioni di un mercato affidabile e sicuro per i consumatori. Né è stata avviata alcuna campagna di informazione ai cittadini su questo importante cambiamento, che se non affrontato nel migliore dei modi causerà ingenti danni per il portafogli delle famiglie.

Nelle centinaia di assemblee pubbliche che Federconsumatori sta facendo in tutta Italia queste settimane per informare i cittadini sulla fine del servizio di maggior tutela è palese e manifesto lo spaesamento e lo scoramento dei  consumatori a dover affrontare un mercato dell’energia che non li  tiene in nessun conto, se non come terminali passivi di politiche commerciali sempre più pervasive, che nemmeno il susseguirsi di pesanti sanzioni riesce ad arginare.