Terziario: Federconsumatori e Adoc esprimono sostegno allo sciopero indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per il 22 dicembre.

Saremo in piazza per rivendicare condizioni più eque.

Federconsumatori e Adoc condividono le motivazioni dello sciopero indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e per questo scenderanno in piazza assieme a loro il 22 dicembre prossimo, per sollecitare condizioni di lavoro più eque e sostenibili per i lavoratori del terziario.

Sono oltre 5 milioni le lavoratrici e i lavoratori in attesa, da troppo tempo, dei rinnovi dei contratti nazionali: mentre i costi dell’energia hanno toccato picchi elevatissimi e, in generale, il costo della vita è divenuto insostenibile per molte famiglie, non è più possibile assistere in silenzio a questo progressivo impoverimento e all’avanzare del fenomeno del lavoro povero.

Un continuo procrastinare dei negoziati e delle trattative per il rinnovo che risulta del tutto inspiegabile e intollerabile, soprattutto ora che i settori del terziario e del turismo registrano una ripresa e un aumento dei fatturati. Sostenere e incrementare il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici attraverso adeguate politiche salariali è perciò diventato doveroso. Combattere il caro vita attraverso un aumento salariale e pensionistico è imprescindibile per far recuperare il potere di acquisto ai consumatori e per una ripresa dei consumi interni. Inoltre, non solo questo ci avvicinerebbe al resto d’Europa, dove nessun Paese ha conosciuto l’impoverimento che ha caratterizzato il mondo del lavoro italiano negli ultimi anni, ma sosterrebbe anche il rilancio dell’economia e del mercato interno e porterebbe un migliore equilibrio tra domanda e offerta, con effetti positivi sulla dinamica dei prezzi al consumo.

Anche il Governo, che dichiara di voler fare del sostegno agli italiani una delle sue bandiere, dovrebbe prestare attenzione a questo vero e proprio allarme sociale. Basta guardare ai dati, uno su tutti quello relativo alla ripresa del settore turistico, che vede sì una crescita delle presenze tra gennaio e agosto, ma soprattutto di quelle straniere, che segnano un +10% rispetto al 2022, mentre i flussi domestici segnano un -2%. Segnale evidente che sempre più italiani non possono permettersi le vacanze, nemmeno senza varcare la frontiera.

Per invertire questa tendenza, per far sì che non aumentino ulteriormente le disparità nel nostro Paese e tra il nostro Paese e gli altri più avanzati, è necessario dare una risposta, ora, ai lavoratori, alle famiglie e ai consumatori.

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