Scandalo scommesse: la ludopatia non è un gioco.

Se accertata, va curata con percorsi mirati. Le vittime celebri diventino protagoniste della lotta a questa grave patologia.

È singolare, a tratti sconfortante, come il tema delle patologie legate all’azzardo torni all’attenzione generale solo in occasione dello scandalo delle scommesse di calciatori professionisti. Ragazzi che, in modo compulsivo ed estremo, hanno sprecato i frutti del proprio lavoro su piattaforme illegali, ma in perfetta continuità con quelle legali. Ragazzi che, per infiniti anni, troveranno il proprio nome associato a fatti illeciti e a provvedimenti assunti nei loro confronti.

Federconsumatori è un soggetto impegnato, con tanti altri, sul fronte del contenimento dell’azzardo, legale e illegale, lontano da ogni approccio proibizionista. Noi segnaliamo gli effetti drammatici sulla salute delle persone, sui bilanci personali e familiari, sui percorsi di vita interrotti, a volte per sempre. Con il nostro recente “Libro nero”, dedicato all’azzardo legale on-line, abbiamo affrontato il tema della crescita vertiginosa di questo canale, del suo utilizzo da parte della malavita organizzata, della fascinazione esercitata sui ragazzi e sulle ragazze.

I giovani calciatori sono rappresentativi della propria generazione, solo le forti disponibilità economiche li distinguono dai milioni di ragazzi e ragazze che giocano e scommettono on-line. Tra di loro molti sono i minorenni, grazie all’abuso di identità. La Magistratura farà il suo corso, e le responsabilità andranno accertate, ma in caso di verificata dipendenza da azzardo questi giovani dovranno prima di tutto essere curati, avviando gli opportuni percorsi terapeutici. Al termine di questi potrebbero persino diventare testimoni, nel mondo sportivo e nelle scuole, dei rischi e dei danni portati dall’azzardo, legale e illegale.

Crediamo allo stesso tempo che vada “distanziato” il mondo del calcio da quello dell’azzardo, senza alcuna ambiguità. Va reso effettivo e reale il divieto di pubblicità dei giochi; anzi, le gare debbono essere occasioni nelle quali si pubblicizzano i rischi che corrono i giocatori d’azzardo. Vanno allontanati dal mondo del calcio i cattivi maestri, quelli che sono manifesti viventi dell’azzardo. Un cambiamento che dovrebbe essere accompagnato da norme precise, chiaramente ispirate alla tutela dei più giovani.

È necessario un radicale cambiamento di approccio e di mentalità, evitando in ogni modo di accostare allo “sport più bello del mondo” e ad ogni sport le false speranze dell’azzardo, le scorciatoie che rischiano di portare, anche a vent’anni, a conseguenze drammatiche.

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