Stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte dei cittadini relativamente alla difficoltà nel reperire molti farmaci, alcuni di essi vitali. Non solo l’ormai noto farmaco salvavita Vercite, ma anche antibiotici, antivirali, anti-Parkinson…

Stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte dei cittadini relativamente alla difficoltà nel reperire molti farmaci, alcuni di essi vitali.
Non solo l’ormai noto farmaco salvavita Vercite, ma anche antibiotici, antivirali, anti-Parkinson, farmaci per il cuore, Eparina… la lista è lunga, per l’esattezza è di 97 pagine e contiene 1.200 farmaci interessati da sospensione di commercializzazione, cessazione di commercializzazione, problemi commerciali e problemi produttivi. Una carenza dovuta ad errori nel calcolare il fabbisogno di forniture nel nostro Paese o a problemi nei siti produttivi, nonché a difficoltà distributive.
Se fossero solo questi i problemi, la situazione sarebbe grave e assurda, ma ancora nei limiti della legalità.
I veri motivi che spesso causano questa carenza, invece, sono altri. Si tratta di scelte aziendali: i farmaci in questione non fanno guadagnare abbastanza le case farmaceutiche e la produzione viene quindi abbandonata, o di vere e proprie speculazioni: distributori, grossisti e farmacisti rivendono in altri paesi (dove il prezzo è più elevato) i farmaci destinati all’Italia. Un fenomeno noto con il nome di esportazione parallela. L’ennesimo modo di lucrare sulla pelle dei cittadini.
Nonostante alcune circolari che vietano tali esportazioni il fenomeno continua e i cittadini si trovano ancora nella condizione di non potersi curare. L’Aifa, il Ministero della Salute e le Regioni cosa fanno di fronte a questa grave situazione?
È ora di porre un argine alla lobby delle case farmaceutiche, che troppi danni hanno fatto nel nostro Paese.
Non parliamo di un tipo di shampoo o di una qualità di caramelle, che la casa produttrice può decidere di non produrre più perché poco remunerativi. Stiamo parlando di farmaci essenziali e già utilizzati, la cui mancata produzione causa gravi danni sulla salute dei cittadini.
Se lo Stato non è in grado di assicurare l’approvvigionamento di farmaci vitali, deve farsi carico della produzione, per garantire ai cittadini l’accesso a tali medicinali e la continuità delle terapie.
Come? Facendo pressioni sulle industrie, facendo valere il diritto alla salute dei cittadini e iniziando a produrre nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, su richiesta dei medici di base e dei reparti ospedalieri, i farmaci non disponibili (come già avvenuto nel novembre 2014 con la tiopronina, un antiossidante usato per diverse patologie respiratorie ed epatiche). Questo laddove, ovviamente, non sia possibile il ricorso ai farmaci equivalenti (perché, ad esempio, il brevetto non è ancora scaduto).
Abbiamo chiamato in causa l’Aifa, che finora su tale vicenda si è dimostrato un ente pressoché inutile, ora effettueremo una segnalazione all’Antitrust affinché avvii un’indagine sul mercato farmaceutico e sulle relative politiche commerciali.
Invitiamo i cittadini a continuare a segnalarci quali sono i farmaci che non riescono a reperire, in modo da aggiornare l’elenco e fornire all’AGCM un rapporto dettagliato.
“Il Governo, il Ministero della Salute e l’Aifa, consapevoli di questa grave situazione, non possono continuare a rendersi responsabili di una vera e propria omissione di soccorso!” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. Siamo pronti ad intervenire con ogni mezzo, attraverso azioni legali, ricorsi e battaglie civili, affinché queste vergognose speculazioni commerciali non continuino a mettere a rischio la salute e vita stessa dei cittadini.

POST RECENTI