#NoSlot: Stop alla pubblicità sul gioco d’azzardo

La ludopatia è una patologia che colpisce circa un milione di cittadini di cui il 20% sono giovani e che causa enormi danni sociali ed economici. Il contrasto a questo fenomeno passa anche attraverso l’approvazione immediata del disegno di legge del Movimento 5 Stelle che vieta totalmente le pubblicità sul gioco d’azzardo.

Un disegno di legge sostenuto da tutte le Associazioni no-slot: comprese quelle che fanno parte della campagna Mettiamoci in Gioco, tra cui Federconsumatori, per cui il Senato ha votato la procedura d’urgenza.

Tale proposta di legge è semplice e chiara, che trova potenzialmente amplissima condivisione in entrambe le Camere ove esistono disegni di leggi analoghi a quello del M5S. Una legge sulla quale le Associazioni hanno avviato una campagna unitaria e trasversale di mobilitazione.

In Italia il gioco d’azzardo, in particolare le Video Lottery, è il primo mercato in Europa, con una diffusione pro-capite quasi tripla rispetto agli Stati Uniti d’America. Le scommesse sportive si possono effettuare anche durante gli eventi live (cioè in tempo reale) e sono uno dei settori in massima crescita, specialmente fra giovani e giovanissimi.

La maggior parte dei minorenni, ben il 51%, ha giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’ultimo anno: di questi il 6% gioca quotidianamente. Il 20% dei giovani poi è preda del gioco d’azzardo on-line, su cui il Governo ha aumentato pericolosamente le concessioni , pari al 50% del mercato attuale!! Il gioco d’azzardo on-line è totalmente fuori controllo ed inoltre nasconde evasioni fiscali miliardarie.

Pertanto quello della pubblicità sul “Gioco” prevede un marketing sempre più spregiudicato ed aggressivo che ha spesso speculato sulla crisi economica, proponendo attraverso l’illusione di“tentare la sorte” la soluzione a problemi sofferti dalle famiglie e dai singoli che vedono invece restringersi le oppurtinità di un progetto di vita futuro. Infatti il gioco d’azzardo impatta in maniera maggiore sulle fasce di popolazione a basso reddito: nelle Regioni con minor reddito si ha mediamente una maggior percentuale di spesa dedicata al Gioco, ben il 66% degli affetti da ludopatia è disoccupato.

Se a ciò si unisce il fatto che l’azzardo si pratica per concessione statale e che lo Stato da esso ricava risorse economiche inferiori ai costi sociali ricadenti sul Servizio Sanitario Nazionale, si ravvisa una contraddizione implicita dei principi enunciati nell’ Art.3 della Costituzione Italiana che afferma nel secondo comma (cd. eguaglianza sostanziale):

“E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Mentre è lo Stato stesso che consente pratiche che pone maggiori ostacoli alle fasce di popolazione più deboli e che dunque impatta su un numero enorme di persone in maniera disastrosa.

Quindi è paradossale che le convenzioni di concessione in vigore obblighino i concessionari ad investire capitali ingenti in pubblicità.

Inoltre l’argomento per cui il gioco d’azzardo legalizzato contrasterebbe quello illegale è stato ampiamente confutato dalla relazione della Commissione Parlamentare di Inchiesta Antimafia, della precedente legislatura che evidenzia come l’illegalità si insinui pesantemente nel gioco d’azzardo legale, come peraltro ha documentato l’Associazione Libera, raccogliendo una csistica di infiltrazioni malavitose, pervasiva in ogni Regione d’Italia.

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