Come incassare le lire: andate in Bankitalia, ci sono 3 mesi di tempo – iltirreno.it, 08/11/2015

Adusbef e Federconsumatori invitano i cittadini in possesso di vecchie lire, sia in banconote che monete metalliche, e che volessero convertirle a recarsi presso uno sportello della Banca d’Italia e chiederne il cambio in euro. Ecco come fare

Dalla sentenza della Corte Costituzionale alle modalità di recupero del valore di quanto ci è rimasto, in lire, magari in fondo ad un vecchio portafoglio, nel cassetto della nonna o nella cassetta di sicurezza rimasta chiusa per anni. Il passaggio non appare affatto breve, né tantomeno già scontato: la cosa assolutamente certa è però l’obbligo da parte della Banca d’Italia di incassare la vecchia valuta e convertirla in euro. Ecco quindi alcune domande a cui abbiamo cercato di dare una risposta con l’aiuto dell’Adusbef e di altre associazioni di consumatori.

 

LA NOVITÀ

Ho delle banconote in lire: cosa posso farne adesso?

La sentenza della Corte Costituzionale ristabilisce il diritto di conversione in euro per dieci anni a partire dal 2002. Diritto interrotto da un decreto del governo Monti che aveva tagliato di tre mesi il termine fissato al 28 febbraio 2012: secondo le interpretazioni degli esperti, quest’ultimo trimestre deve essere recuperato.

IL PERIODO

Per quanto tempo posso ottenere il cambio?

In assenza delle decisioni della Banca d’Italia, il periodo dovrebbe quindi essere di tre mesi a partire dal giorno di pubblicazione della sentenza, cioè giovedì 5 novembre 2015.

LA PROCEDURA

In concreto come mi devo comportare?

Adusbef e Federconsumatori invitano i cittadini in possesso di vecchie lire, sia in banconote che monete metalliche, e che volessero convertirle a recarsi presso uno sportello della Banca d’Italia e chiederne il cambio in euro.

IL RIFIUTO

E se l’impiegato mi nega l’operazione?

Già ieri si sono verificati casi di persone che si sono vista rifiutare il cambio tra le vecchie lire e l’euro con la giustificazione che mancano ancore le istruzioni. Chi è interessato dal provvedimento può quindi o inviare una diffida tramite un’associazione di consumatori o chiedere l’intervento della forza pubblica, i cui rappresentanti sono quasi sempre già presenti al’interno degli sportelli della Banca d’Italia.

L’AVVISO

Perché sul sito della Banca d’Italia c’è ancora un annuncio che nega la possibilità di convertire in euro banconote e monete emesse in lire?

Sul sito Internet della Banca d’Italia, come denuncia l’Unione Nazionale Consumatori, è tuttora presente l’annuncio che, senza lasciare spazio a interpretazioni, comunica che «Dal 7 dicembre 2011 non è più possibile convertire in euro biglietti e monete in lire (art. 26 del Decreto Legge 201/2011)». L’Unc ne ha chiesto l’immediata rimozione.

IL CAMBIO

Quale tasso di conversione deve essere applicato nell’operazione di sostituzione delle vecchie lire con gli euro?

Il cambio è quello stabilito ufficialmente e applicato al momento del passaggio alla moneta unica europea, cioè 1936,27 lire per ogni euro.

UN PATRIMONIO

Ma sono ancora tante le vecchie lire in circolazione?

Decisamente sì. Secondo i calcoli dell’Adusbef, sarebbero restati vacanti (ossia non richiesti di conversione) circa 2.600 miliardi di banconote in lire. Questo senza contare le monete metalliche delle quali la Banca d’Italia non tiene neppure il conto, dato che non possiedono i numeri di serie.

IL GUADAGNO

Perché il governo guidato da Mario Monti decise di sospendere in anticipo la conversione tra lira e euro?

Lo Stato incassò in questo modo un miliardo e 200 milioni di euro per l’addio anticipato alla possibilità di cambiare la lira che oggi la Consulta ha definito incostituzionale. La somma fu versata in tre diverse rate da Bankitalia nelle casse statali. (s.b.)

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