Benzina: rincari vertiginosi fanno schizzare il prezzo oltre i 2 Euro al litro, con aggravi di +168 Euro per il rifornimento. Urgente un intervento sulla tassazione e un severo stop alle speculazioni.

Il costo dei carburanti segna di giorno in giorno nuovi record, in alcune aree del Paese il prezzo della benzina ha raggiunto quota 2 Euro al litro.

Prezzi che, come denunciamo da tempo, sono ben al di sopra del livello a cui dovrebbero attestarsi: dalle analisi dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il prezzo della benzina dovrebbe essere inferiore di almeno 14 centesimi rispetto a quello attuale. Il sovrapprezzo applicato, in termini annui, porta ad un aggravio di circa +168 Euro ad automobilista per i pieni di carburante. Gli aumenti in termini indiretti, dovuti ai rincari dei beni di consumo trasportati in larga parte su gomma, saranno di +118,80 Euro annui a famiglia.

A conti fatti, questi aumenti, se non arginati presto, potranno costare ai cittadini ben +286,80 Euro l’anno.

Aumenti che si aggiungono, tra l’altro, a quelli sulle bollette di luce e gas, nonché per il gasolio riscaldamento.

“È evidente la necessità di prendere provvedimenti urgenti per contrastare tali rincari e, soprattutto, per combattere i gravi fenomeni speculativi in atto.” – afferma Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori.

Per calmierare i prezzi è necessario intervenire sul sistema di tassazione che pesa in maniera eccessiva sui carburanti. Su 1,66 Euro al litro di benzina, oltre 73 centesimi sono di accisa, 29 di IVA. Imposta che viene applicata anche sull’accisa: tassando quella che è già una tassa. Un primo passo fondamentale è evitare di applicare imposte su importi già comprensivi di altre tasse, inoltre sarebbe opportuno adottare, come rivendichiamo da tempo, un meccanismo capace di far abbassare automaticamente l’accisa ogni volta che il costo della materia prima cresce oltre la soglia di guardia.

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