SALVA BANCHE: Inaccettabile l’elemosina di stato offerta ai risparmiatori raggirati

BANCHE: INACCETTABILE L’ELEMOSINA DI STATO OFFERTA AI TRUFFATI. CHI HA SBAGLIATO DEVE RISARCIRE, A COMINCIARE DA BANKITALIA E CONSOB, CHE ASSECONDANDO RICHIESTE BANCHE,HANNOA GRAVISSIME RESPONSABILITA’.

 

 

 

Le gravissime responsabilità di Bankitalia a braccetto con le banche socie, nella più grave crisi bancaria del dopoguerra, dovrebbe indurre il governo, che vorrebbe barattare i diritti di 130.000 famiglie truffate con una elemosina di Stato, a rimuovere per decreto, la cui urgenza è maggiore rispetto al salvabanche, quei massimi dirigenti di Consob e della banca centrale che hanno fatto da palo alla gestione allegra del credito e del risparmio delle banche salvate a spese dei risparmiatori, come di Veneto Banca e Banco Popolare di Vicenza, attingendo i fondi dalle riserve straordinarie della Banca d’Italia, per il risarcimento integrale alle loro vittime sacrificali.

 

Ma più si scava, più emergono responsabilità altrettanto gravi di Giuseppe Vegas e dei vertici Consob, che per favorire i desiderata dell’industria bancaria, hanno rimosso, smantellato e gravemente mobbizzato il responsabile dell’ufficio analisi quantitative, colpevole di pretendere nei prospetti informativi delle obbligazioni vendute ai risparmiatori, le percentuali di probabilità di rischio e rendimenti positivi o negativi dei titoli, i quali da uno studio effettuato sulla base di cinque prospetti di collocamento dal professor Riccardo Cesari dell’Università di Bologna nel 2011, dichiaravano che i costi dichiarati nei prospetti di emissione, erano di gran lunga inferiori ai costi effettivi e che tali dati tuttavia non apparivano più nei prospetti che accompagnano i collocamenti obbligazionari, pur se in precedenza erano stati richiesti dalla Consob.

 

A titolo di esempio, sul prestito obbligazionario convertendo del 2009 della Banca Popolare di Milano, Consob aveva preteso di indicare gli scenari di probabilità e gli stessi evidenziavano che il rendimento negativo sfiorava il 70 per cento, mentre il convertendo di BPM finito con il consolidamento di ingentissime perdite per i risparmiatori privati e con pesanti sanzioni inflitte dalla Consob alla Banca, per avere alzato in moltissimi casi repentinamente il profilo di rischio del cliente per adeguarlo a operazioni, quali quelle relative al convertendo, altamente speculative all’insaputa dei sottoscrittori ignari di tali operazioni truffaldine.

 

Nonostante l’evidente importanza per la sicurezza dei risparmiatori dei suddetti scenari di probabilità, all’inizio del 2011 la Consob, contestualmente all’arrivo alla Presidenza di Giuseppe Vegas, aveva smesso di chiedere tali tipi di analisi agli emittenti dei bond, suscitando le dure proteste di Adusbef e Federconsumatori, che in contestuali esposti alle autorità di vigilanza nel dicembre 2011, ricordando gli abusi delle banche del passato (bond Cirio, Parmalat, Argentina, eccetera) chiedevano a Consob di emanare raccomandazioni cogenti affinché tutti gli istituti di credito che emettono prestiti obbligazionari rivolti anche ai risparmiatori, pubblichino nei prospetti informativi gli scenari di probabilità.

 

Non si doveva permettere di saccheggiare il pubblico risparmio con le emissioni di bond ed ottenere ai fini di liquidità risorse al mercato, per poi emettere titoli molto spesso scadenti, con condizioni capestro, costi non trasparenti e con il rischio per i risparmiatori non solo di non ottenere vantaggi economici, ma addirittura di perdere percentuali rilevanti del capitale –scrivevano Adusbef e Federconsumatori- chiedendo alla Consob l’obbligo per gli istituti di credito che emettono prestiti obbligazionari rivolti anche ai risparmiatori, di pubblicare nei prospetti informativi gli scenari di probabilità sul rendimento dei loro prodotti per non rendersi corresponsabile con le banche per i danni causati ai risparmiatori a causa di detta mancanza.

 

“Nel caso delle obbligazioni subordinate 2013/2018 di CariChieti (ISIN IT0004923659), gli scenari probabilistici avrebbero segnalato in ipotesi il rischio di perdere quasi il 50% del capitale con una probabilità del 37 per cento. Leggendo invece l’ipotetico prospetto dell’emissione subordinata di Banca Etruria 2013-2023 (ISIN IT0004966856), l’investitore avrebbe saputo in quel momento che aveva il 62,73% di probabilità di ottenere in media la restituzione di 54,18 euro per ogni 100 euro investiti, il 36% di portare a casa 113 euro (con un rendimento del 4,66% l’anno), e solo l’1,24% di avere un rendimento del 5,49% l’anno. Grado di rischio: molto alto- scrive Lorenzo di Lena.

 

Nel 2011, appena divenuto presidente, Vegas intraprende una politica tutta favorevole all’industria finanziaria e agli emittenti: la parola d’ordine è semplificare, alleggerire. Andando ben al di là di un orientamento emerso in sede europea, che peraltro lasciava libere le autorità nazionali di seguire l’approccio ritenuto più consono alla tutela dell’investitore, Vegas fa piazza pulita di tutto e fa contenta l’industria finanziaria: via gli scenari probabilistici, via l’indicazione del rendimento medio atteso per l’investimento e della relativa probabilità. Giusto per spianare la strada alla grande corsa al collocamento delle obbligazioni subordinate da parte delle banche, che dopo essere state cullate a lungo dalla stessa Banca d’Italia nell’illusione di vivere nel sistema bancario più solido d’Europa, scoprivano l’urgenza di ricapitalizzarsi.

 

Abi, Bankitalia e Consob hanno piazzato alle famiglie subordinati tossici (ben 60 miliardi di euro in pancia alle banche), che dopo il brusco risveglio del 23 novembre 2015, con la distruzione per decreto di sudore, sangue, sacrifici e privazioni di vite di lavoro di intere generazioni per offrire, col risparmio messo da parte, un futuro più degno a se stessi, dopo aver assunto il ruolo de ammortizzatori sociali ai giovani privati di futuro, nonostante l’Esma (l’organismo europeo di coordinamento delle “Consob” di tutti i Paesi Ue), affermasse che «le obbligazioni subordinate sono considerate strumenti complessi» raccomandando «la massima attenzione alle fasi di distribuzione delle obbligazioni subordinate nei confronti della clientela al dettaglio».

 

Questa ricostruzione dettagliata, che sarà oggetto di ulteriori denunce penali contro Bankitalia e Consob per aver smantellato i presidi di trasparenza e controlli preventivi sull’operato dei banchieri, deve indurre il Governo a rompere ogni indugio, rimuovendo con effetto immediato i vertici di tali autorità, con contestuale azione di responsabilità verso feticci di istituzioni asservite agli esclusivi interessi delle banche, che hanno distrutto con il risparmio, intere vite di lavoro, la fiducia nelle banche e nel futuro dell’Italia.

 

 

 

Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

Roma,12.12.2015

POST RECENTI